L’esperienza di essere un rappresentante
Siamo tutti connessi, ed in oltre, noi esseri umani siamo antenne quantiche, l’esperienza di essere “rappresentante” da la possibilità di percepire, speso sentire fisicamente, sensazioni e sentimenti che sono appartenuti ad altri. Durante le rappresentazioni, spesso persone assumono atteggiamenti anche fisici, riconosciuti dal cliente come appartenenti a membri della propria famiglia, senza che nessuno si sia conosciuto prima. Questo accade quando si lavora nel campo quantistico dell’impronta familiare, si recuperano informazioni senza nessuna influenza data da racconti o conoscenze personali.
Un altro buon aspetto del fare il rappresentante in un lavoro di mimica del campo, è quella di andare a recuperare frammenti risonanti con la propria storia personale, che emergendo e trovando una soluzione, lasciano solvere anche ciò che di personale il rappresentante porta nel campo quantico senza esserne consapevole. La conseguenza? che di li a poco nella vita del rappresentante si sciolgono situazioni che fino a quel punto non funzionavano, e questo senza neanche “sottoporsi ad una costellazione personale” detta così sembra certamente strano, ed è secondo me essere scettici nell’avvicinarsi a queste esperienze, la “convinzione e la bontà dell’evento” non è nel crederci, ma nello sperimentarlo, tutto ciò che può raccontarsi non può spigare a fondo ciò che accade.