Nuove strade per fronteggiare l’Aids

Nuove strade per fronteggiare l’Aids

Dagli Usa gli scienziati abbandonano il metodo forte

 

 

Cambiano le regole del gioco, ma l’obbiettivo è sempre lo stesso: sconfiggere il virus dell’Aids. Finché non si disporrà di armi più efficaci è inutile sperare di battere l’Hiv che si può al più contenere e che, secondo gli esperti del governo americano,

va aggredito il più tardi possibile per evitare gli effetti altamente tossici delle cure.

Questa la conclusione a cui sono arrivati i membri della commissione consultiva del dipartimento per la sanità che si apprestano a rendere pubbliche, in occasione della conferenza sui farmaci retrovirali in programma a Chicago, le nuove linee guida cui attenersi per combattere il flagello del Nuovo Millennio.

Sarà una direzione radicalmente nuova quella cui verterà la terapia per la sindrome da immunodeficenza acquisita. Obsoleta la formula “colpire subito e forte” (“hit hard, hit early”), gli esperti consigliano ora di attendere che la malattia sia davvero conclamata e che il livello dei virus nel sangue sia di gran lunga superiore a quello che oggi fa scattare le cure.

“Questo nuovo approccio – spiega il dottor Anthony Faucy, co-direttore del Comitato di terapie per il trattamento dell’Hiv – è stato creato partendo dal presupposto che ci può essere la possibilità di sradicare il virus e nello stesso tempo di mettere fine alla terapia”.

In base alle nuove direttive, infatti, i farmaci andranno somministrati solo dopo che il livello dei virus nel sangue ha superato, nel cosiddetto test genetico, la quota delle 30.000 unità per millilitro (invece delle attuali 10.000) e delle  55.000 unità (invece delle attuali 20.000) nel cosiddetto test di reazione della catena di polimerasi.

A suggerire questo nuovo approccio, è anche il comportamento del virus che si è dimostrato capace di mutare per sfuggire all’effetto di qualsiasi farmaco, anche di fronte a terapie molto aggressive. Recenti studi hanno, inoltre, indicato che le cure sono più efficaci se a tratti vengono interrotte, consentendo all’organismo di riprendersi mentre il virus è indebolito. Per queste ragioni, gli esperti ritengono più utile attaccare il virus il più tardi possibile, evitando di indebolire l’organismo con farmaci altamente tossici.

A cura di E.S.

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