Obesità e lo squilibrio nel nutrirsi

Obesità e lo squilibrio nel nutrirsi

Un’epidemia planetaria dilagante

 

L’obesità è uno dei più importanti problemi di salute di tutte le comunità del nostro tempo. Si tratta di un’affezione caratterizzata dall’accumulo di eccessive quantità di tessuto adiposo sotto la pelle e all’interno degli organi, compresi i muscoli.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità

ha definito l’obesità un’epidemia planetaria dilagante anche nelle nazioni che stanno cominciando la loro ascesa al benessere. Attualmente, per la prima volta nella storia dell’umanità, il numero dei grassi coincide con quello di chi muore di fame e di stenti. Le statistiche più aggiornate affermano che in Europa l’Italia, alla pari dell’Inghilterra, è seconda solo alla Germania per numero di persone grasse.

Gli Italiani mangiano meno di 10 anni fa ma continuano ad ingrassare.

 

Questo è un dato confermato dal fatto che nel Belpaese è sovrappeso il 47% degli uomini, soprattutto a livello addominale, il 32 % delle donne, comprese le più giovani, il 12 % degli alunni frequentanti la scuola Media e il 16% dei giovani delle Superiori.

È importante, innanzitutto, partire dal presupposto che più che sull’assunzione smodata di cibo, il sovrappeso e l’obesità sono legati allo scarso consumo calorico nello svolgere le normali occupazioni quotidiane. Oltre all’attività fisica ridotta è fondamentale il modo qualitativamente squilibrato di nutrirsi con poche vitamine, minerali e fibra alimentare. Tra i pericoli maggiori per l’obeso, il più frequente è il rischio cardio-vascolare e il diabete.

A livello fisiologico

 

diversi studi sul diabete hanno fatto emergere che nelle persone tendenti ad ingrassare si trova una percentuale elevata di grasso nel sangue rispetto a quelle che invece non ingrassano. Ciò significa che a parità di ingestione di cibo, l’individuo con un tasso alto di grasso nel sangue tende ad ingrassare rispetto all’altro che invece ha valori standard. Paradossalmente più l’individuo è grasso, maggiore è la sua incapacità di bruciare molte calorie nello svolgere attività motoria.

Esistono nel nostro organismo, due tipi di fibre muscolari, le fibre che utilizzano come propellente gli zuccheri e le fibre che invece si servono soprattutto dei grassi di deposito. Le persone obese possiedono in abbondanza fibre che bruciano zuccheri che porta ad uno scarso consumo calorico. È, dunque, l’organismo la principale causa che ostacola il dimagramento.

A tutt’oggi si stanno ancora studiando gli effetti della leptina, un ormone saziante in grado di informare il cervello delle riserve energetiche dell’organismo e di regolare il comportamento alimentare e quello riproduttivo, ma i risultati raggiunti in questo settore sono ancora troppo poco attendibili.

In questi ultimi tempi con il cambiamento del “life-style” e della struttura familiare, sono aumentate anche le possibilità di ingerire cibi iperlipidici (ricchi di grassi). I genitori lavorano e spesso mangiano fuori casa, le paninoteche, i bar e i self-service hanno un ruolo fondamentale sulle diete della società e non sempre un figlio è in grado di scegliere il giusto equilibrio alimentare.

L’obesità può anche essere ereditaria.

Anche se non è detto che possa provenire dai genitori, è comunque provato che se uno dei genitori è obeso la probabilità che un figlio lo diventi è del 30% , e se sono obesi entrambi il rischio supera il 70%. Si mangia troppo e più volte al giorno, è un classico la merenda del bambino davanti alla tv, e questo comportamento tende a diventare ripetitivo e nel tempo si associa a livello psicologico l’ingestione di cibo al fatto di guardare un programma piacevole (es. i cartoni animati) finché non si riesce più a non mangiare  durante la visione di programmi, allora si ingerisce qualsiasi cosa anche senza rendersene conto.

A cura di Paola Felici

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