L’Obesità da un punto di vista biologico

L’Obesità da un punto di vista biologico

    Abbiamo intrapreso nei giorni scorsi, un percorso descrittivo sui disturbi alimentari, iniziando con la descrizione dell’anoressia e poi della bulimia, che sono entrambi patologie abbastanza diffuse, soprattutto nell’ambito femminile, che ne comprende più del 90%

    Affrontiamo ora L’obesità che rappresenta uno dei più importanti problemi di salute di tutte le comunità del nostro tempo, in quanto riduce l’aspettativa di vita.

    L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito l’obesità un’epidemia planetaria dilagante anche nelle nazioni che iniziano ora l’ascesa al benessere come il, nord Africa, le statistiche più aggiornate affermano che in Europa l’Italia, alla pari dell’Inghilterra, è seconda solo alla Germania per numero di persone grasse. Attualmente, per la prima volta nella storia dell’umanità, il numero dei grassi coincide con quello di chi muore di fame e di stenti.

    Gli Italiani mangiano meno di 10 anni fa ma continuano ad ingrassare. infatti, è sovrappeso il 47% degli uomini, soprattutto a livello addominale il 32 % delle donne , comprese le più giovani il 12 % degli alunni frequentanti la scuola Media e il 16% dei giovani delle Superiori

    Le conoscenze attuali sono notevolmente avanzate, rispetto al passato, questo permette di intraprendere studi sempre più approfonditi e plurifattoriali, sia sulle componenti genetiche come i meccanismi molecolari che costituiscono i substrati biologici su cui agisce questa patologia e  l’identificazione di fattori di trascrizione nucleari che regolano il differenziamento, l’espressione genica e il contenuto lipidico delle cellule adipose, che sulle componenti psicologiche sociali e comportamentali che influenzano per una percentuale molto alta l’assunzione e l’assimilazione di cibo.

    A livello fisiologico, studi sul diabete, hanno fatto emergere che nelle persone che tendono ad ingrassare, si trova una percentuale elevata di grasso nel sangue rispetto a quelle che invece non ingrassano, questo vuol dire che a parità di ingestione di cibo, l’individuo con un tasso alto di grasso nel sangue, tende ad ingrassare rispetto all’altro. Paradossalmente più l’individuo è grasso, maggiore è la sua incapacità di bruciare molte calorie nello svolgere attività motoria. Esistono nel nostro organismo, due tipi di fibre muscolari, le fibre che utilizzano come propellente gli zuccheri e le fibre che invece utilizzano soprattutto grassi di deposito. Le persone obese possiedono in abbondanza fibre che bruciano zuccheri  questo fa si che ci sia uno scarso consumo calorico, ciò da il risultato che più un soggetto è grasso, più il suo organismo si oppone al dimagramento. Si stanno studiando gli effetti della leptina, un ormone saziante in grado di informare il cervello delle riserve energetiche dell’organismo e di regolare il comportamento sia alimentare e la fertilità, si spera che presto ci saranno farmaci adatti a fronteggiare questi scompensi.

    Con il cambiamento negli ultimi anni, dello stile di vita e della struttura familiare in quanto entrambi i genitori lavorano e spesso mangiano fuori casa, in paninoteca al bar, o al self service, affidando ad altri la gestione del loro pasto e quello dei loro figli, sono aumentate le possibilità di ingerire cibi iperlipidici, (cioè ricca di grassi) che tendono a far aumentare la possibilità che si instauri un comportamento fisiologico tendente a richiedere alimenti manipolati industrialmente sono ricchi di lipidi, dal devastante potere calorico e quindi ingrassante.

    Si nota che la tendenza ad ingrassare e ad assumere una certa forma corporea, si eredita dall’albero genealogico, non obbligatoriamente dai genitori è comunque certo che se uno dei genitori è obeso la probabilità che un figlio lo diventi è del 30 % , se sono obesi entrambi il rischio supera il 70% Si ereditano inoltre le abitudini alimentari sia dei genitori e della comunità di appartenenza.

  Si  mangia troppo e più volte al giorno, è un classico la merenda del bambino davanti alla tv, questo comportamento tende a diventare ripetitivo e nel tempo si associa a livello psicologico l’ingestione di cibo al fatto di guardare un programma piacevole (es i cartoni animati) finchè non si riesce più a non mangiare  durante la visione di programmi, allora si ingerisce qualsiasi cosa anche senza rendersene conto.

   Più che all’assunzione smodata di cibo il sovrappeso e l’obesità sono legati allo scarso consumo calorico nello svolgere le normali occupazioni quotidiane alla sedentarietà, Oltre all’attività fisica ridotta è fondamentale  il modo qualitativamente squilibrato di nutrirsi con poche vitamine, minerali e fibra alimentare.

    Tra i rischi maggiori, per l’obeso,  rischio cardio-vascolare e diabete.

    Dopo aver trattato l’obesità nei suoi aspetti strettamente fisiologici e culturali,  possiamo addentrarci nell’aspetto psicologico: chi non ha mai conosciuto “La Fame Nervosa”? pseudopatologia molto subdola, perchè difficilmente riconoscibile se non da chi ne viene assalito, che difficilmente porta all’obesità conclamata, ma fa vivere in quella sorta di confine limite in cui non ci si sente in sintonia con l’aspetto fisico e non si riesce più a mantenere un peso adeguato.

A cura di Paola Felici

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